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La Mania

Sinossi

Ernesto Pallina, professore presso il più prestigioso liceo classico genovese, calvo, sovrappeso e microfallico, è un maniaco. La sua doppia vita lo angustia: passa da momenti  adrenalinici a stati depressivi conditi da sensi di colpa e disprezzo di se stesso. 

Non è un violento, però: ha un carattere bonario, remissivo. Il suo turpe vizio si limita al ladrocinio di foto e indumenti intimi femminili che colleziona in modo ossessivo. 

Il Pallina ha avuto una gioventù complicata. Il padre è stato un inguaribile fedifrago. La madre, triste bigotta, lo ha compresso sotto il suo peso.

Risale all’età di nove anni l’unica amorosa vicinanza dell’Ernesto con una femmina. Durante una disastrosa crociera con la madre, incocciò in una vivace bimba, Rosita, con la quale visse un’innocente esperienza tra il mistico e il sensuale. Non la dimenticherà più.

Dall’attrazione repressa per la femmina alla misoginia il passo fu breve; dalla misoginia alla mania poco più lungo. Così il professore continua a dibattersi fra stolide imprese maniacali e l’insegnamento, correndo di volta in volta rischi assortiti. Prova a contrastare le sue pulsioni: ma inutilmente. Gli anni passano, il vizio s’incancrenisce, il suo sistema nervoso lentamente cede; il professore è preda di attacchi di panico e comincia ad assumere abitualmente massicce dosi di psicofarmaci.

Arriva il crollo e il Pallina, su consiglio del neurologo, prende quindici giorni di ferie per recarsi alle terme di Montecatini.  È qui che incontra il Carlo Tettamanti, elegante bon vivant, ex nottambulo stagionato, che si mette in testa di aiutarlo; così lo invita a cena nella sua cascina, con due donne. L’imbarazzo del Pallina è totale. Ma una delle due, la Sissi, si rivela capace di metterlo a proprio agio. Tra loro si stabilisce una profonda sintonia: paiono conoscersi da sempre, o quasi…sì, Sissi è il diminutivo di Rosita: proprio di quella Rosita. Si sono ritrovati, incredibile a dirsi, sono di nuovo uno di fronte all’altra.  (Ri)nasce l’amore. Si scatena pure il sesso. Decidono di andare a vivere sotto lo stesso tetto. Inevitabile, poco dopo, si concretizza l’ipotesi delle nozze. Fervono i preparativi, i due sono al settimo cielo. Ma il giorno della vigilia la promessa sposa muore in un incidente d’auto.

Il professore è disintegrato. Subisce un TSO, viene trasferito in un Centro di salute mentale. Dunque, presso la Residenza protetta contigua al Centro. 

Nel giro di pochi mesi il Pallina diventa il fotografo non ufficiale di tutte le creature di sesso femminile che frequentano l’istituto. Viene anche organizzata una mostra che attira le attenzioni della stampa locale. È l’ultima parentesi di serenità. In seguito le sue condizioni peggiorano, la magrezza si fa drammatica. Lunghe passeggiate solitarie nel parco caratterizzano le sue giornate, nient’altro. Infine, un ictus. Ernesto Pallina viene seppellito al cimitero di Staglieno, accanto alla sua amata Rosita.

Stile

Il romanzo si apre con una grancassa di toni comici, grotteschi, picareschi. Apre degli spiragli di speranza e redenzione. Per chiudere con le note amare e tragicamente dimesse del finale, in un impasto barocco che resta però sempre al di qua dello sfoggio linguistico. Chi legge si fa sballottare volentieri, di pagina in pagina; e si accorge presto che non si tratta solo di divertimento.

Bio

Desdemona Giustacuore è un’autrice che nasce insieme a questo testo.

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